L’articolazione femoro-rotulea è formata dalla rotula, osso che veicola la forza del quadricipite consentendo l’estensione, e da una parte del femore denominata troclea che accoglie la rotula facilitando lo scorrimento.
L’alterazione di questo meccanismo porta all’insorgenza della cosiddetta sindrome femoro-rotulea caratterizzata da dolore tipicamente anteriore, anche molto importante, fino a determinare una condizione di “blocco antalgico“.
Le ragioni di quest’alterazione meccanica sono differenti ed è necessario comprenderle appieno per meglio impostare la strategia terapeutica.
L’alterato scorrimento rotuleo può essere determinato da una “lateralizzazione” della rotula con conseguente contatto anomalo tra femore e rotula responsabile del dolore e dell’infiammazione, nonché di un’usura anomala delle superfici cartilaginee. Questa condizione è spesso determinata da uno scarso tono della muscolatura quadricipitale, da una alterata anatomia della troclea oppure da un sovraccarico funzionale dell’articolazione durante i movimenti di flesso-estensione.
Generalmente lo scarso tono muscolare è il responsabile dell’80-90% delle situazioni dolorose e pertanto un corretto approccio riabilitativo può risolvere la sintomatologia; in una percentuale minore l’alterazione dell’anatomia che condiziona lo scivolamento rotuleo necessita di un trattamento chirurgico correttivo.
Gli accertamenti radiografici standard completi di profilo rotuleo, una TC per lo studio della articolazione femoro-rotulea ed una RM a completamento diagnostico che valuti la situazione cartilaginea, sono generalmente necessari all’ortopedico per porre una diagnosi corretta e di conseguenza un adeguato trattamento.