Patologia cartilaginea

Le alterazioni del tessuto cartilagineo della caviglia sono generalmente determinate da specifiche situazioni: difetti cartilaginei post-traumatici (esiti di fratture articolari), difetti condrali conseguenti ad instabilità articolare legamentosa oppure su base vascolare come nei quadri di osteocondrite dissecante. La localizzazione del difetto è spesso a carico dell’astragalo (osso sul quale appoggia gran parte dell’articolazione) ma anche la tibia può essere interessata da difetti cartilaginei. Nei casi più lievi il tessuto è semplicemente rammollito ma nei gradi avanzati si può creare un vero e proprio buco nella cartilagine con esposizione dell’osso.

Naturalmente la sintomatologia è spesso sovrapponibile con dolore ed episodi di tumefazione articolare, difficoltà a camminare a lungo o praticare attività sportiva soprattutto in carico (corsa, calcio, basket, etc).

Una radiografia standard della caviglia associata ad una RM sono spesso sufficienti allo specialista ortopedico per determinare la causa del difetto cartilagineo ed impostare un corretto approccio terapeutico.

Il trattamento conservativo è generalmente consigliato nei casi iniziali di sofferenza cartilaginea  ed è rappresentato da cicli di stimolazioni biofisiche con appositi macchinari, utilizzo di plantari per migliorare l’appoggio, infiltrazioni di acido Jaluronico per diminuire gli attriti a livello articolare ed eventualmente una terapia medica di supporto per diminuire l’infiammazione.

Nei casi più importanti, dove le lesioni cartilaginee sono più gravi e localizzate in zone di carico dell’astragalo, una valida soluzione è rappresentata dall’utilizzo di tecniche chirurgiche avanzate di riparazione cartilaginea che utilizzano supporti tridimensionali in grado di veicolare le cellule cartilaginee e colmare così il difetto che si è creato. Queste tecniche possono essere eseguite anche in artroscopia con maggior rispetto dell’articolazione e tempi di recupero post-operatorio di circa 3-4 mesi.

Naturalmente il trattamento chirurgico della cartilagine deve essere assolutamente associato ad una stabilizzazione dell’articolazione, nei casi di instabilità articolare, altrimenti ogni gesto chirurgico sarà destinato al fallimento in tempi più o meno brevi.