L’articolazione della caviglia è formata dalla parte distale della tibia che si articola con l’astragalo, un osso a forma di cupola che favorisce lo scivolamento ed i movimenti di dorsiflessione. Un’altra componente essenziale di questa articolazione è rappresentata dal rapporto che c’è tra la tibia ed il perone, in particolar modo dal malleolo peroneale.
Questa articolazione è mantenuta stabile da un complesso legamentoso laterale formato dal legamento peroneo-astragalico anteriore, dal legamento peroneo-calcaneare e dal legamento peroneo-astragalico posteriore. Nella parte interna della caviglia ovvero medialmente esiste un ampio complesso legamentoso a forma di ventaglio chiamato legamento deltoideo che contribuisce a dare una notevole solidità all’articolazione. Queste strutture garantiscono la stabilità della caviglia durante i movimenti di prono-supinazione.
Un trauma distorsivo può alterare questo equilibrio e determinare una lesione di uno o più legamenti configurando così il quadro di instabilità articolare; generalmente il complesso laterale dei legamenti è quello maggiormente coinvolto dalle lesioni.
La sintomatologia è caratterizzata in acuto da tumefazione soprattutto nella zona dei malleoli con formazione di un ematoma; la deambulazione è dolente e spesso si deve ricorrere alle stampelle.
Gli accertamenti radiografici da eseguire sono una Rx di caviglia per escludere fratture ed una RM per la valutazione delle strutture capsulo-legamentose; nelle lesioni croniche è spesso utile una valutazione radiografica “dinamica” per meglio valutare i movimenti anomali delle strutture ossee.
Il trattamento dipende essenzialmente dal grado di lesione e prevede un periodo variabile tra le 2 e le 4 settimane di immobilizzazione con un tutore bivalva o con apparecchio gessato nei casi di notevole tumefazione. La rieducazione funzionale è un punto cardine per risolvere l’infortunio, dev’essere eseguita con l’aiuto di un fisioterapista e prevedere sessioni di ginnastica propriocettiva per il recupero dell’equilibrio alternate a sessioni di allenamento specifico.
Nei casi più gravi, dove i legamenti coinvolti sono almeno due, si può ricorrere alla chirurgia di riparazione delle lesioni che può avvenire sia in acuto che in cronico, cioè a distanza di tempo, quando l’instabilità articolare ha determinato una sintomatologia di cedimenti e nuove distorsioni anche per movimenti banali.
Il trattamento chirurgico prevede una fase artroscopica di valutazione delle strutture articolari ed una fase a “cielo aperto” in quanto le strutture da riparare sono fuori dall’articolazione.
Il decorso post-operatorio prevede un periodo d’immobilizzazione variabile tra 2 e 4 settimane, con un tutore tipo Walker che consente la deambulazione, di seguito il programma riabilitativo prevede una rieducazione assistita dal fisioterapista che porta il paziente al ritorno all’attività sportiva in circa 3-4 mesi.