Negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede le terapie basate sull’utilizzo di particolari sistemi che facilitano i processi di guarigione.
Differenti sono i campi di utilizzo delle biotecnologie applicate alla medicina ed in particolare all’ortopedia; supporti sintetici o di derivazione animale per facilitare la crescita cellulare, particolari sistemi di concentrazione del sangue per utilizzare solo la componente necessaria alla riparazione (piastrine), sofisticati sistemi di lavorazione delle cellule cartilaginee per la riparazione dei difetti condrali, strumenti di stimolazione biofisica per la riparazione e rigenerazione dei tendini e dei muscoli.
Esistono diverse tecniche chirurgiche e non che utilizzano queste risorse anche se non tutti i sistemi hanno una reale validità scientifica, infatti spesso vengono riportati lavori scientifici con risultati contrastanti che possono disorientare. Un punto in comune di tutte queste tecnologie è certamente rappresentato dall’applicazione, ai processi naturali di riparazione, di opportune stimolazioni che agiscono come un acceleratore della guarigione.
Naturalmente questi processi sono fortemente influenzati dalla biologia cellulare pertanto hanno migliori risultati nei pazienti under 45.
Alcuni esempi utilizzati con buoni risultati sono i cosiddetti “scaffold” cioè supporti tridimensionali, generalmente di origine animale o sintetica, che vengono applicati nelle lesioni cartilaginee più importanti del ginocchio e della caviglia, per riparare il danno e favorire la ricrescita di un tessuto il più similare possibile alla cartilagine naturale. A volte, questi scaffold, vengono arricchiti da un concentrato di sangue prelevato dal midollo osseo, allo scopo di fornire il maggior numero di cellule in grado di stimolare i processi di riparazione biologica.
Le cellule cartilaginee possono essere prelevate e coltivate in laboratorio per poi essere reimpiantate nell’articolazione, attraverso particolari sistemi tridimensionali che facilitano il loro attecchimento. I ritardi di consolidazione delle fratture, le patologie osteocartilaginee, le patologie tendinee o muscolari possono essere trattate adeguatamente con stimolazioni biofisiche (onde d’urto, campi elettromagnetici, ultrasuoni a bassa energia) allo scopo di facilitare la guarigione, ma anche con l’utilizzo di particolari fattori di crescita, estratti dal sangue del paziente, che vengono successivamente posizionati direttamente nel difetto da trattare.
Le applicazioni di gel piastrinico, estratto dal sangue del paziente ed opportunamente trattato, nelle patologie croniche dei tendini è una pratica abbastanza diffusa con risultati incoraggianti, anche se non in tutti i casi, mentre nelle lesioni muscolari non esistono evidenze scientifiche di un effettivo miglioramento. Una valutazione accurata da parte dell’ortopedico di fiducia è comunque assolutamente necessaria per definire la migliore strategia terapeutica.